Nel progetto di legge di riforma della giurisdizione tributaria presentato poche settimane fa in commissione finanze c’è un articolo che potrebbe rivoluzionare la difesa tributaria. L’articolo 6, comma 7 recita infatti “innanzi al giudice collegiale e monocratico sono abilitati alla difesa tecnica gli iscritti all’ordine degli avvocati e nella sezione A dell’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili”.
Niente più spazio per tutte quelle figure che, seppur competenti, come consulenti del lavoro o qualsivoglia esperto in materia afferente ad associazioni tributarie o ai Caf, i centri per l’assistenza fiscale, hanno esercitato la difesa dei contribuenti fino ad oggi.
A difendere gli interessi di chi si troverà in causa col fisco davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali potranno esserci solo avvocati e dottori commercialisti abilitati. Una novità in un settore come quello della giustizia tributaria, spesso al centro di polemiche, con l’intento di salvaguardare chi con professionalità e titoli svolge questo delicato compito in difesa dei contribuenti.
La proposta va di pari passo con l’istituzione della magistratura tributaria, che nello stesso disegno di legge, secondo quanto scritto all’articolo 3, dovrebbe portare all’assunzione di 800 nuovi giudici, o meglio magistrati tributari.
Per accedere alla professione sarà previsto un concorso pubblico su base regionale, grazie al quale potranno essere equiparati agli altri giudici. Nascerebbe così la quinta magistratura, quella tributaria appunto, che affiancherà quelle amministrativa, ordinaria, militare e contabile.
Una riforma attesa da molto, fondamentale e necessaria per i promotori che hanno spiegato come fosse giunto il momento di avere una magistratura specializzata in questo campo, dopo che l’istituzione delle commissioni tributarie regionali e provinciali è datata oltre vent’anni fa.
Nulla di cui preoccuparsi per noi che da anni svolgiamo il nostro lavoro nel settore tributario con le giuste competenze e i titoli, che ci hanno consentito di aiutare molti contribuenti a far valere i propri diritti nei confronti del fisco.
Benché la legge sia al momento sono un disegno e non obblighi nessuno a farsi assistere in maniera esclusiva da avvocati o commercialisti, scegliere uno studio con una comprovata esperienza nel settore tributario, è garanzia di qualità, oltre che una valida strategia per aumentare le possibilità di successo della causa.