Bufera sui modelli ISA

Nuova bufera sugli ISA: software non attendibile?

Tornano sotto i riflettori gli ISA, ovvero gli indici di affidabilità fiscale, ufficialmente i nuovi strumenti per il Fisco di controllare le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, favorendo l’emersione del sommerso e incentivare l’assolvimento dei pagamenti verso lo Stato grazie ad un sistema premiale, che diminuirebbe le tasse per i più affidabili e invece aumenterebbe il rischio di controlli e multe per quanti dichiarano il falso.

Una recente inchiesta di Data Rom di Milena Gabanelli ha messo in luce non poche problematiche relative agli ISA.

Gli ISA, infatti, servono a calcolare l’attendibilità fiscale del contribuente, attraverso un software che prende in considerazione il singolo contribuente anche in relazione alla media degli imponibili dichiarata dai contribuenti dello stesso settore.

Nell’inchiesta di Report è emerso però che non sempre l’assegnazione di questi punteggi ai professionisti risulta coerente. Anzi, nel 45% dei casi i contribuenti si sono visti modificare il giudizio da congruo a insufficiente.

Un punteggio insufficiente implica una maggior attenzione da parte del sistema Fisco e l’aumento delle tasse per i contribuenti che dichiarano correttamente il loro imponibile, mentre per assurdo un evasore che da anni dichiara meno del reddito reale percepito continua ad essere considerato affidabile, non avendo grossi mutamenti nel dichiarato.

Gli ISA sono nati sulle ceneri degli Studi di Settore e prendono in considerazione anche la media dei redditi dichiarati negli anni precedenti da professionisti afferenti allo stesso ambito.

Per ovvie ragioni, sono infatti un software di calcolo, non possono tenere in considerazione le eccezioni o le difformità.

Una situazione che sta facendo imbestialire i contribuenti e per contro sta mettendo sul piede di guerra i commercialisti e i tributaristi che il mese scorso hanno scioperato contro l’applicazione degli indici.

Questo perché lo stesso software che assegna il punteggio da cui dipende la percentuale di affidabilità non è stato pensato per tenere in conto ogni fattore che può incidere sul reddito di un professionista, per esempio, una lunga malattia o una maternità.

Inoltre, in caso di ottenimento di punteggio negativo l’ISA stesso suggerisce una stima della cifra che serve per ottenere il punteggio che si pensa più congruo.

Questo può essere un incentivo per alcuni contribuenti a versare quella cifra aggiuntiva, al fine di mantenere un punteggio positivo.

Ma è davvero giusto chiedere ad un contribuente onesto, che da anni dichiara sempre tutto l’imponibile di pagare di più per poter mantenere la propria condizione di contribuente considerato affidabile, anche in caso di un errore o di una mala interpretazione da parte del software, mentre un evasore può continuare a dichiarare meno del reale, senza conseguenze?

Da parte nostra torniamo a segnalare come spesso il problema non siano le soluzioni proposte, ma la loro attuazione.

Non siamo contrari agli ISA, ma ci domandiamo se nemmeno questi indici sono sgravi da errori di calcolo, cosa è cambiato rispetto ai tanto famigerati Studi di Settore che sono andati a sostituire?

Un altro problema è che i coefficienti ISA non sono modificabili, quindi, anche se pensiamo che nel nostro caso siano sbagliati non possiamo fare nulla.

Note aggiuntive, unico strumento in mano ai contribuenti

L’unico strumento che può aiutare il contribuente a dialogare col Fisco nella speranza di modificare la propria situazione sono le “note aggiuntive”, ovvero un campo da compilare, dove segnalare tutto quanto possa giustificare un punteggio ritenuto insufficiente.

Se siete anche voi alle prese con problemi relativi al vostro rapporto col Fisco, contattateci: la valutazione della posizione è sempre senza impegno! La nostra esperienza trentennale nel settore del diritto tributario è garanzia di massima affidabilità.