Odiate da tutti, pagate (forse) da troppo pochi, evase da molti! Le tasse sono sempre un argomento di grande attualità per i contribuenti italiani, soprattutto in determinati periodi dell’anno, quando molte scadenze si sommano tutte insieme, diventando veri e propri salassi.
Proprio per febbraio sono previsti il versamento degli acconti Irpef per i lavoratori dipendenti ed entro fine mese occorre comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte le spese (per esempio quelle mediche) che si porteranno in detrazione e che concorreranno alla compilazione del modello 730 a disposizione dalla fine di Aprile 2020 sul sito dell’AdER.
Dal punto di vista pratico le tasse non sono altro che un tributo che ogni privato cittadino deve versare nelle casse dello Stato o di un particolare Ente Pubblico per usufruire in cambio di determinati servizi.
Facciamo un esempio: si pagano le tasse comunali (come quella sui rifiuti o sulle proprietà immobiliari) affinché il Comune disponga dei fondi necessari per sostenere le proprie spese di gestione. Quali? Per esempio, la raccolta dei rifiuti o la sistemazione delle strade.
Ne esistono di ogni tipo e forma, alcune considerate più giuste dai cittadini, come quella sul gioco d’azzardo, altre invece vituperate come l’IMU, la tassa sugli immobili di proprietà che ha sostituito l’ICI considerata ingiusta poiché relativa anche alla prima casa.
Si dice inoltre che lo Stato provi a far cassa in ogni modo, e che i contribuenti si trovino spesso a pagare tasse un po’ pazze, istituite su qualunque cosa. Sarà vero? Proviamo a fare un breve excursus fra le tasse più bizzarre che i contribuenti Italiani pagano ogni anno.
In primis abbiamo quella che è stata definita la tassa sull’ombra, di recente tornata sotto i riflettori per un’incomprensione in fase di approvazione della Manovra 2020. Dal 1997 infatti i comuni a loro discrezione possono chiedere ai piccoli esercizi commerciali un’imposta sulle insegne o tende che sporgono in strada, per occupazione di suolo pubblico.
Qualcosa che forse pochi sanno è che esiste anche la possibilità per i comuni di chiedere il versamento di un contributo per i cartelli che vengono appesi sulle gru (tassa sulle gru), quelle dei cantieri! Cartelli che talvolta son così in alto da non consentire nemmeno di leggere quello che c’è scritto sopra.
Anche la raccolta dei funghi è regolamentata e per andare nei boschi con il classico cestino di vimini occorre pagare una quota annuale in molte regioni. Notizia positiva, invece, per gli amanti del tartufo, che con la scorsa Legge di Bilancio hanno visto abbassare l’iva per la vendita dell’oro bianco dal 10% al 5%.
Qualcuno l’ha definita tassa sulla memoria, in realtà si tratta di una sorta di compensazione dei diritti d’autore, come l’equo compenso corrisposto agli autori tramite riscossione della Siae. Si paga, infatti, un’imposta al momento dell’acquisto di qualsiasi dispositivo di archiviazione digitale, come cd o dvd vergini, penne usb, hard disk e simili.
Sembra non si possa star tranquilli nemmeno dopo morti: esistono infatti tasse per avere i lumini al cimitero, per ottenere un certificato di morte, per il trasporto di un feretro o ancora per poter disperdere le ceneri dei propri cari.
In realtà l’elenco è lungo e potrebbe continuare… ma è il principio alla base che, ahimè, conta: l’Italia è in balìa di una regolamentazione fiscale frammentata ai limiti dell’assurdo.
La speranza in una riforma fiscale seria è l’ultima a morire, ma se verrà condotta con lo stesso tipo di mentalità che ha portato alla tassa sulle gru, c’è da preoccuparsi. Mentre continuiamo a sperare, meglio avere sottomano il numero di telefono di uno studio legale esperto in Diritto Tributario. Contattateci: la valutazione della posizione e delle azioni da intraprendere è sempre gratuita e senza impegno.