Il 2020 si chiude con altre sentenze in favore dei medici specialisti in causa con lo Stato italiano poiché penalizzati durante il periodo di frequenza alla scuola di specializzazione in Medicina.
Si tratta di medici specialisti iscritti alle scuole di specializzazione tra il 1978 e il 2006 a cui non sono stati riconosciuti i diritti di compenso del periodo di formazione.
Le azioni legali sono state intentate da medici specialisti al fine di vedere loro riconosciuto il diritto ad un compenso, non percepito, durante gli anni di frequenza della scuola di specializzazione post-laurea in Medicina.
I medici reclamano il risarcimento del danno per la mancata attuazione della direttiva 93/16/CE recepita dall’ordinamento Italiano con il decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, che ha introdotto uno specifico contratto annuale di formazione-lavoro, ridefinendo il trattamento economico dei medici in scuola di specializzazione, per tutta la durate legale del corso.
Nei fatti, invece, a tale direttiva è stata data attuazione concreta soltanto con il DPCM del 7 marzo 2007, con validità a partire dall’anno accademico 2006/07 e dunque con imperdonabile ritardo.
Al momento lo Stato italiano è in debito con i medici specialisti per un totale di circa 18 milioni di euro: somma destinata ad aumentare in conseguenza delle prevedibili sentenze positive che verranno emesse nei prossimi anni.
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