Che il linguaggio della Giustizia sia troppo complicato è opinione comune, così come l’idea che gli avvocati o i magistrati ne usino uno volutamente di difficile comprensione da parte dei clienti. Chi non ricorda in proposito l’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria?
Ma il linguaggio complicato è motivo di poca fiducia da parte degli utenti, e può provocare un disamoramento nei confronti di tutte le figure afferenti alla giustizia: avvocati, giudici, magistrati. Morbinati & Longo Avvocati spa si impegna da anni nella definizione di una strategia di semplificazione della comunicazione rivolta principalmente ai nostri clienti (non a caso siamo stati fra i primi a parlare di legal design.)
L’importanza della questione è stata riconosciuta in ambito europeo: a fine giugno è stato pubblicato un documento da parte della Commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa con le indicazioni per la revisione del linguaggio della giustizia, un’operazione finalizzata a garantire una maggiore inclusione degli utenti.
“Per una migliore integrazione degli utenti nel sistema giudiziale” – questo il titolo del documento – contiene linee guida e studi comparativi sulla centralità dell’utente nei procedimenti legali in ambito civile e sulla semplificazione e ottimizzazione del linguaggio della Giustizia.
Un lungo documento rivolto agli addetti ai lavori che mira a recuperare la centralità dell’utente, con l’indicazione di alcuni suggerimenti operativi per sfrondare i procedimenti giudiziari da tutti quei formalismi retaggio di una tradizione consolidata più che dettati da una vera necessità.
Per esempio: ridurre al minimo indispensabile le formalità e prevedere ad una sorta di diritto di rettifica nel caso in cui alcuni documenti presentati presentino vizi. Restituire il diritto di replica all’utente in caso abbia avuto una mancanza dovuta a cause di forza maggiore non dipendenti da lui.
Ancora, evitare che la molteplicità delle giurisdizioni danneggi l’utente (e uno dei nostri cavalli di battaglia è proprio la nocività delle giurisdizioni multiple). Garantire che in presenza di più strumenti di tutela l’utente possa comprendere al meglio le differenze fra gli uni e gli altri, per scegliere quello più adatto al suo caso
Inoltre, dare agli utenti tutte le informazioni possibili a riguardo del procedimento di cui è parte in causa e garantire che in caso di presenza di moduli o formulari da compilare ci sia un minimo di flessibilità. Spingere sulla possibilità che l’utente sia ascoltato personalmente dal giudice e tenere in considerazione i suoi bisogni con l’obbligo di spiegare le ragioni del giudizio, in modo che siano comprensibili.
7 linee guida per il linguaggio della Giustizia
- Formazione: percorsi di formazione sulla comunicazione scritta e orale sia per I giudici sia per il personale che lavora nei tribunali in diversi ambiti: capacità di interagire con gli utenti anche quando soggetti a stress emotivo o psicologico; uso di linguaggio non tecnico, pillole di psicologia e così via.
- Manualistica: creazione di testi appositi e raccomandazioni per la comunicazione scritta e orale con le parti del giudizio in tutte le sue fasi.
- Modelli predefiniti: creazione di schemi di testo con design predefiniti da prendere a esempio per redigere le decisioni dei giudici, ovviamente sempre nel totale rispetto della indipendenza dei giudici.
- Strumenti digitali e non: individuazione di strumenti digitali e non in cui operatori dei tribunali e utenti possano trovare informazioni utili sulle attività della corte.
- Valutazione dei giudici: strumenti per la valutazione delle capacità dei giudici sia dal punto di vista orale sia scritto, sempre senza prescindere dalla loro indipendenza
- Piattaforma on line e strumenti informativi dove rendere le decisioni dei giudici comprensibili da tutti grazie ad un linguaggio semplice e chiaro
- Misurazione del livello di soddisfazione: valutazione periodica dell’operato della magistratura anche in virtù del linguaggio utilizzato.