Le truffe in ambito finanziario e bancario sono sempre dietro l’angolo, anche e soprattutto nei mesi estivi. Si abbassa la guardia in previsione delle vacanze ed ecco spuntare il phishing di turno che ci invita a cambiare i nostri dati per un problema con il nostro home banking.
Appurato il fatto che le banche mai e poi mai richiedono i dati sensibili via mail o sms, purtroppo le truffe on line sono una realtà con la quale dobbiamo fare i conti.
Negli ultimi due anni in soccorso di alcuni nostri clienti vittime di raggiri e truffe proprio con la tecnica del phishing è arrivato l’ABF, ovvero l’Arbitro Bancario Finanziario.
Nel primo caso il cliente aveva subito un raggiro via SMS per oltre 12.000 euro, poche settimane fa un’altra cliente ha ottenuto una pronuncia a favore con rimborso completo per l‘ennesima truffa via SMS e telefonata sempre dinanzi all’ABF.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
L’ABF: le origini dell’istituto
L’Arbitro Bancario Finanziario è un Ente per la risoluzione stragiudiziale istituito nel 2009 dal Testo unico bancario (TUB). Inizialmente l’ABF operava con soli tre collegi territoriali, dal 2016 sono invece attivi 7 collegi, (a Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Bari e Palermo), competenti sulla base del domicilio del ricorrente.
L’ABF è un sistema di risoluzione stragiudiziale alla portata di tutti, autonomo e imparziale, sostenuto nel suo funzionamento dalla Banca d’Italia. Può essere un’alternativa rapida e semplice al giudice.
Rapida, perché i tempi si riducono notevolmente rispetto alla giustizia ordinaria. Semplice, perché si può fare ricorso direttamente on line, anche senza l’assistenza professionale di un legale.
Ogni Collegio è composto da cinque membri:
- il Presidente e due membri sono designati dalla Banca d’Italia;
- un membro è designato dalle associazioni degli intermediari;
- un membro è designato dalle associazioni che rappresentano i clienti (consumatori e imprese).
Ma contro chi si può fare ricorso?
- banche;
- intermediari finanziari;
- istituti di pagamento (IP);
- istituti di moneta elettronica (IMEL).
Puoi verificare se il soggetto contro cui vuoi presentare ricorso è sottoposto all’Arbitro Bancario Finanziario consultando Albi ed Elenchi della Banca d’Italia.
Chi può fare ricorso e per quali ambiti
Tutti possono fare ricorso all’ABF per controversie che riguardano conti correnti, mutui, prestiti personali, per somme non superiori a 200.000 euro oppure per l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà.
Per esempio, per la mancata cancellazione da parte della banca dell’ipoteca sulla propria casa dopo l’estinzione del mutuo, in questo caso senza limiti di importo.
Non si può presentare ricorso all’ABF per servizi o attività di investimento, per esempio consulenza per titoli o gestioni patrimoniali, che sono, invece, di competenza dell’ACF, ovvero l’Arbitro per le Controversie Finanziarie.
Inoltre, non è possibile presentare un ricorso per operazioni precedenti l’istituzione dell’Ente, ovvero anteriori al 1° gennaio 2009, né per controversie sottoposte all’autorità giudiziaria o già sotto esame da parte di conciliatori o arbitri.
Come presentare un ricorso all’ABF
Per prima cosa occorre inviare un reclamo scritto all’intermediario, ovvero la banca o l’istituto di credito di cui sei cliente, che può rispondere entro 60 giorni dal ricevimento del reclamo. Nel reclamo formale dovrai esporre tutte le questioni che desideri affrontare poiché questo documento sarà propedeutico al ricorso all’ABF.
Se l’intermediario non risponde entro i termini di legge o la sua risposta non ti soddisfa allora puoi rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario. Il ricorso deve essere presentato entro 12 mesi dall’ufficializzazione del reclamo: se è trascorso più di un anno dovrai presentare un nuovo reclamo prima di rivolgerti all’ABF.
Benché non sia obbligatoria l’assistenza di un legale, spesso il supporto di un esperto è molto utile per predisporre l’iter nel modo migliore aumentando le possibilità di successo. Inoltre, i costi di attivazione del procedimento ABF sono molto bassi (20 euro per Banca d’Italia e circa 30 di gestione del fascicolo).