La procedura è ufficialmente completata: da oggi, il nostro studio accetta anche pagamenti in Bitcoin!
Un piccolo ma significativo contributo nell’avvicinare Bitcoin alla nostra quotidianità; un gesto dovuto verso i clienti che si rivolgono a noi proprio per risolvere questioni giuridiche relative al possesso di Bitcoin o a transazioni avvenute attraverso questa tecnologia.
Il sistema giuridico italiano (specialmente quello tributario) guarda ancora a Bitcoin con perplessità, se non con esplicito sospetto: non esiste una normativa chiara e ad Agenzia delle Entrate tocca arrangiarsi con circolari su circolari, riducendo il fenomeno a mera, confusa burocrazia (“vanno dichiarate nel quadro RW? Non ci vanno?”). Il fatto che si tratti ancora di una faccenda “di nicchia” fornisce l’alibi perfetto per rimandare il confronto con una realtà che rappresenta una vera rivoluzione non tanto in ambito finanziario quanto per l’economia reale.
Attraverso il nostro studio, tuttavia, abbiamo una percezione chiara di come la situazione stia rapidamente mutando. E noi vogliamo essere fautori e partecipi di questo cambiamento. Da sempre abbracciamo l’Innovazione in tutte le sue forme: a livello organizzativo, siamo stati tra i primi ad adottare in Italia società tra professionisti in forma di società per azioni; ad adottare la totale digitalizzazione degli archivi e dei flussi interni di lavoro, incentivando lo snellimento delle procedure attraverso un uso consapevole degli strumenti digitali; a celebrare la firma elettronica e a difendere a spada tratta il processo telematico.
Purtroppo in Italia il nostro settore è condannato ad essere tradizionalista, perché si tende a guardare all’innovazione con diffidenza, nonostante tutti amino sbandierare la necessità della modernizzazione (e proprio quanto accade con il processo telematico ne è la prova). Ecco perché anche un piccolo passo come quello compiuto dal nostro studio può diventare il classico battito d’ali di una farfalla che alla fine provoca un uragano.
Bitcoin: la nostra visione
Spesso Bitcoin viene associato a speculazione finanziaria anche poco trasparente o a fenomeni peggiori. Un déjà vu per chi, come noi, ha vissuto l’arrivo di internet nei primi anni novanta, che mette in ombra la vera portata rivoluzionaria di questa tecnologia. Ed è proprio questo aspetto che ci interessa. Bitcoin infatti è “apolide”, senza nessuno Stato alle spalle che se ne faccia garante (o, per dirla in altro modo, che le controlli…).
Nemmeno gli Stati con il maggior tasso di intrusione nella vita dei cittadini sono riusciti a “chiudere” Bitcoin perché la sua struttura lo rende inattaccabile. Bitcoin, inoltre, nasce come bene finito (potranno esserne minati solo 21 milioni) e ciò impedisce l’inflazione tipica dei sistemi di scambio di valore con moneta centralizzata. Senza contare le possibili applicazioni in tutti quei paesi dove la circolazione fisica della moneta è a rischio, quelli dove esiste una forte censura o un controllo governativo sui cittadini.
Dal punto di vista del diritto, infine, Bitcoin si basa su una relazione fra pari e non gerarchizzata, e questo lo caratterizza come uno strumento giuridicamente straordinario, capace di incentivare l’abbandono di modelli giuridici obsoleti, legati alla necessità di un “comando” al posto di una “relazione”. Senza contare le implicazioni formidabili per quella parte di umanità esclusa dai circuiti finanziari tradizionali o oppressa da regimi autoritari.
Purtroppo internet è pieno di sedicenti esperti in materia. Alcuni promettono guadagni mirabolanti: consigliamo di starne alla larga ricordandovi del Gatto e la Volpe e del loro mirabolante (a parole) albero degli zecchini d’oro. Altri si dichiarano onniscenti anche sugli aspetti tributari e legali di Bitcoin: la verità è che attualmente non è possibile essere super esperti pronti a fornire soluzioni preconfezionate, proprio perché molto deve ancora essere studiato e le soluzioni giuridiche si formeranno lentamente, di pari passo con l’evoluzione tecnologica. E se lo ammettiamo noi, dopo trent’anni di esperienza sul campo e migliaia di posizioni in gestione, potete ben crederci!
Anche per questo abbiamo deciso di entrare in questa rivoluzione tecnologica e di essere fra i primi ad accettare pagamenti in Bitcoin: per provare sulla nostra pelle il cambiamento e anche tutte le implicazioni giuridiche che comporta. Vivendolo in prima persona potremo comprendere ancora meglio i nostri clienti e sostenerli sotto ogni aspetto, anche quelli maggiormente legati alla quotidianità.
Come avviene il pagamento in Bitcoin?
Specifichiamo subito che abbiamo deciso di accettare pagamenti solo Bitcoin perché riteniamo che solo questa tecnologia sia allo stato estremamente promettente.
Operativamente, il pagamento allo studio avviene così: il cliente sceglie se preferisce pagare on chain o su Lighting Network; lo studio emette fattura e invia al cliente un QR code o la stringa dati del wallet di Morbinati & Longo Avvocati spa; al cliente basterà inquadrare il QR Code o inserire la stringa nel proprio wallet per eseguire il pagamento, con commissioni peraltro irrisorie.
Semplice, veloce, sicuro ed economico: come piace a noi. Il futuro è già qui!