Risarcimento danni avvocati Roma

Risarcimento danni: cosa è bene sapere prima di chiamare un avvocato

“Adesso chiamo il mio avvocato e ti chiedo i danni!”

Alzi la mano a chi non è mai capitato di sentire questa frase… o di pronunciarla! 

Quando si subisce un danno, è naturale desiderare un risarcimento. Ma… è davvero sempre possibile?

In realtà, no. Per avere il diritto di chiedere un risarcimento danni è fondamentale che sussistano alcune premesse. Senza queste, possiamo evitare di costruire complicati castelli giuridici nella nostra testa, perché non troverebbero riscontro nella vita reale. 

Prima di contattare un avvocato, è fondamentale comprendere alcuni aspetti chiave per valutare la fondatezza della propria richiesta e prepararsi adeguatamente. Ci è capitato spesso di incontrare persone che, in buona fede, avanzavano richieste che a loro sembravano totalmente legittime ma erano in realtà prive di fondamento giuridico. Ed è sempre triste per un avvocato dover “smontare” le aspettative del proprio interlocutore. Parimenti, molte persone che avrebbero ben diritto a un risarcimento, rinunciano a chiederlo perché non ne sono consapevoli!

Con questo articolo contiamo di fare un po’ di chiarezza. Cominciando dalle basi, ovvero dal concetto di “danno” e di “responsabilità civile”. 

  1. Cosa si intende per “Danno” a livello giuridico?

2. Cosa si intende per “Danno” a livello giuridico?

In ambito giuridico, il “danno” è qualsiasi lesione, perdita o pregiudizio che un soggetto subisce nei suoi diritti, beni o interessi. Il danno può essere di natura patrimoniale o non patrimoniale. Vediamoli in dettaglio:

  • Danno patrimoniale: è il danno che incide sul patrimonio di una persona, attraverso una perdita economica diretta o un mancato guadagno. Un esempio? Costituiscono danno patrimoniale sia le spese mediche sostenute a seguito di un incidente d’auto sia i mancati introiti per l’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa nei giorni della convalescenza.
  • Danno non patrimoniale: comprende tutti quei danni che non hanno una diretta incidenza economica, ma che riguardano aspetti immateriali, come il danno morale (sofferenza interiore), il danno biologico (lesione dell’integrità psico-fisica), il danno esistenziale (pregiudizi legati alla qualità della vita), il danno da morte (legato alla morte di un congiunto); recentemente è stata creata anche una nuova categoria di danno, il danno terminale (ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo)

La legge italiana, in particolare attraverso l’art. 2043 del Codice Civile, stabilisce che per poter richiedere un risarcimento, il danno…

  • deve derivare da un comportamento doloso o colposo di un soggetto responsabile (ovvero in grado di intendere e di volere);
  • deve essere ingiusto, ovvero non giustificabile da nessuna causa legittima (ad esempio, la difesa personale).

Il danno, insieme alla colpa e al nesso causale, costituisce una delle condizioni imprescindibili per la responsabilità civile.

  1. Cosa si intende per responsabilità civile?

La responsabilità civile è l’obbligo giuridico di risarcire il danno causato ingiustamente a terzi a seguito di un comportamento doloso o colposo (oppure derivante da situazioni specifiche, previste dalla legge). Il suo scopo è compensare, per quanto possibile, le conseguenze negative subite da una persona a causa di un’azione (o omissione) di un’altra.

Possiamo distinguere due tipi di responsabilità civile:

  • Responsabilità contrattuale: (art. 1218 del Codice Civile): riguarda i danni derivanti dall’inadempimento o dalla inesatta esecuzione di un obbligo contrattuale, come il mancato rispetto un contratto di vendita o di prestazione di servizi in una o più parti. Un classico esempio: si acquista casa sulla carta, il costruttore arriva in ritardo con la consegna e questo costringe l’acquirente e la sua famiglia a dover riparare in un alloggio momentaneo in affitto, che significa spese extra e disagi. 
  • Responsabilità extracontrattuale (art. 2043 del Codice Civile): per tutti quei casi in cui tra le parti non sussiste nessun contratto, anzi, magari nemmeno si conoscono. È il caso dei danni provocati da incidenti stradali o da animali. 

Come già accennato, la responsabilità civile richiede tre elementi fondamentali:

  1. Un comportamento illecito, che può essere doloso (intenzionale) o colposo (imprudente o negligente).
  2. Un danno ingiusto (vedi sopra)
  3. Nesso causale ovvero un collegamento diretto tra il comportamento del responsabile e il danno subito.

La responsabilità civile può estendersi anche a soggetti diversi dall’autore diretto del danno, pensiamo alla responsabilità dei genitori per i danni causati dai figli minori, ai proprietari di animali per i loro quattrozampe, ma anche ai datori di lavoro per i dipendenti e persino alle istituzioni (pensiamo per esempio agli incidenti d’auto causati da cervi, cinghiali o altri animali selvatici, per cui risponde la Regione).

2. Stabilire la responsabilità del danneggiante

Per ottenere un risarcimento danni, è indispensabile dimostrare che il danno è stato causato da un comportamento colposo o doloso di qualcuno (“danneggiante”) e la presenza di un nesso causale tra l’azione o l’omissione del responsabile e il danno subito. 

Notare che può costituire danno non solo “fare” qualcosa, ma anche “omettere di farla” (ad esempio, omettere di posizionare un segnale di “pericolo buche” in una strada accidentata).

3. Valutare l’entità del danno

Questo è uno dei punti più complessi, in cui è fondamentale il supporto di un buon avvocato esperto in risarcimento danni. Se per i danni patrimoniali, la quantificazione è abbastanza semplice (fatture non pagate, merci non consegnate etc.), nel caso dei danni non patrimoniali è più difficile tradurre le conseguenze in euro. Quanto vale la sofferenza di una persona cara in seguito a un trattamento medico sbagliato? O le conseguenze a lungo termine per l’esposizione inconsapevole a sostanze nocive, come l’amianto?

Sono questioni che travalicano la sfera giuridica per sconfinare nell’etica e sono tutt’altro che scontate. Per questo, la valutazione varia molto da caso a caso, a seconda della natura e della gravità del danno subìto. Esistono tuttavia dei punti di riferimento giuridico, come le tabelle di liquidazione: si tratta di tabelle che attribuiscono un valore economico “standard” ai danni più comuni, basandosi su:

  • l’entità della lesione (misurata in punti percentuali di invalidità).
  • l’età del danneggiato: a parità di lesione, i giovani tendono a ottenere un risarcimento maggiore, poiché il danno influisce per un periodo di vita più lungo;
  • eventuali circostanze aggravanti, come la particolare sofferenza psicologica subita.

Attenzione però, le tabelle servono a creare un riferimento di partenza oggettivo, ma non sono vincolanti: non sono un “listino prezzi” dei danni! La somma può essere aumentata (fino al 50% in molti casi) in base alle peculiarità del caso concreto. Ad esempio, se il danno ha avuto un impatto particolarmente grave sulla qualità della vita del danneggiato, come l’impossibilità di svolgere attività quotidiane o lavorative, o crea una ferita psicologica permanente (pensiamo ai casi di violenza sessuale). Nei casi più delicati, il giudice può anche ricorrere al criterio equitativo, ovvero un calcolo discrezionale che considera tutte le circostanze rilevanti del singolo caso.

Il calcolo del danno non patrimoniale richiede una perizia tecnica e una documentazione accurata. Referti medici, certificazioni psicologiche, testimonianze sono fondamentali per supportare la richiesta. Solo il supporto di un avvocato esperto può garantire che tutte le componenti del danno siano adeguatamente riconosciute e valorizzate.

4. Differenza tra “risarcimento del danno” e “indennizzo”

È bene chiarire due termini che, sebbene utilizzati come sinonimi nel linguaggio comune, in ambito giuridico hanno significati distinti e implicazioni diverse: “Risarcimento del Danno” e “Indennizzo”.

  • Risarcimento del Danno: ha una funzione compensativa e mira a riportare il soggetto leso nella situazione in cui si trovava prima del danno subito, che, lo ribadiamo, deriva dal comportamento illecito del danneggiante;
  • Indennizzo: è una somma di denaro che viene riconosciuta in seguito al verificarsi di un evento predefinito, senza che questo preveda “cattive azioni” da parte di qualcuno. È quello che succede quando si stipula una polizza assicurativa, ad esempio contro i danni da grandine, oppure per cause che impediscano l’agognata partenza per le vacanze.

4. L’importanza di raccogliere prove adeguate

In una causa di risarcimento danni, la documentazione è cruciale. È indispensabile conservare, custodire e catalogare scrupolosamente ricevute, referti medici, fotografie e qualsiasi altra prova che possa supportare la propria richiesta di risarcimento. Queste evidenze saranno fondamentali per dimostrare l’entità del danno e la responsabilità del danneggiante. Ed è anche, purtroppo, uno degli aspetti più sottovalutati da parte delle persone che vogliono iniziare una causa. A questo proposito può essere utile ricordare che possono essere validi come prova anche i messaggi SMS, le chat di Whatsapp e di altri servizi di messaggistica, persino le registrazioni effettuate con il cellulare (ma attenzione: registrare le conversazioni di nascosto dal nostro interlocutore è quasi sempre illecito: ed è sempre illecito diffonderle, o peggio pubblicarle sui social media.)

5. Risarcimento danni e termini di prescrizione

Il diritto al risarcimento non è eterno. Esistono termini di prescrizione che variano a seconda del tipo di danno e della responsabilità. Per i danni derivanti da fatto illecito, il termine è generalmente di 5 anni. Per i danni da incidente stradale o per gli indennizzi da polizza il termine di prescrizione è di due anni.

È quindi essenziale agire tempestivamente! 

6. Quando non è possibile chiedere un risarcimento danni

Se siete arrivati fin qui con la lettura, avrete senza dubbio intuito che esistono casi in cui non è possibile una pretesa di risarcimento danni. Analizziamone alcuni:

– Assenza di un nesso causale: se il danno subito non è direttamente correlabile a un’azione (o omissione) di qualcuno, non ci sono basi per richiedere un risarcimento;

– Casi fortuiti o causa di forza maggiore: situazioni imprevedibili o inevitabili, come eventi atmosferici estremi o catastrofi quali eruzioni e terremoti;

– Concorso di colpa esclusivo della vittima: se il danno è interamente attribuibile al comportamento negligente o imprudente della vittima stessa, non sarà possibile ottenere un risarcimento (immaginiamo un pedone che di notte attraversa una strada poco illuminata e con scarsa visibilità, senza guardare, fuori dalle strisce pedonali e con gli occhi fissi al cellulare; arriva un’auto, il conducente rispetta i limiti di velocità, ma non fa in tempo vedere il pedone e lo investe. Il pedone chiede un risarcimento danni. Ma… è tutta colpa del guidatore?)

Danni bagatellari: ovvero quando le richieste sono così prive di fondamento da essere considerate “bagatelle”, danni di entità minima o privi di un impatto significativo. Riguarda buona parte delle questioni condominiali. Quindi, no: se la signora del terzo piano stende i panni sul balcone, violando il regolamento di condominio, questa NON è una buona ragione per farle causa per risarcimento dei “danni al decoro del palazzo” (true story). 

Conoscere queste circostanze aiuta a evitare aspettative irrealistiche e a risparmiare tempo ed energie in situazioni che non offrono reali possibilità di successo. 

7. A chi è possibile chiedere un risarcimento danni?

La richiesta di risarcimento può essere avanzata non solo nei confronti di una persona fisica, ma anche di aziende, enti o istituzioni. Ecco alcune situazioni comuni:

– Persone fisiche: È possibile richiedere il risarcimento a privati cittadini, vicini di casa, colleghi di lavoro o altre persone responsabili del danno. Sono inclusi anche i familiari, ad esempio in caso di danni causati da comportamenti violenti, lesivi o colposi all’interno del nucleo familiare.

– Aziende: Se il danno è stato causato da un prodotto difettoso, da un servizio non conforme o da un comportamento illecito di dipendenti nell’esercizio delle loro funzioni, l’azienda può essere chiamata a risponderne. Potrà poi, a sua volta, portare avanti un contenzioso con il proprio dipendente.

– Enti pubblici o istituzioni: È possibile richiedere il risarcimento anche a enti pubblici per danni derivanti da negligenze amministrative, cattiva manutenzione di infrastrutture (come buche stradali) o ritardi ingiustificati nella gestione di pratiche che hanno provocato un danno.

– Assicurazioni: In alcuni casi, la richiesta di risarcimento può essere indirizzata direttamente alle compagnie assicurative, come avviene nei sinistri stradali o in polizze a copertura di danni specifici (maltempo, viaggi etc.)

È fondamentale identificare correttamente il soggetto responsabile per avviare l’iter di risarcimento, per assicurarsi che la richiesta sia presentata verso la controparte idonea. Soprattutto in quei casi più spinosi in cui vi sono diversi attori che concorrono alla perpetrazione del danno, ed è quindi fondamentale individuare tutti i soggetti obbligati al risarcimento e valutare l’entità del danno commisurabile ad ognuno.

Perché scegliere un avvocato esperto di risarcimento danni

Il tema del risarcimento del danno è particolarmente delicato e al di là di ogni precedente sentenza, anche per circostanze simili, ogni situazione costituisce una storia a sé. Soprattutto nei casi di risarcimento non patrimoniale del danno, che hanno meno riferimenti economici oggettivi su cui basarsi. Per questo è fondamentale affidarsi a un avvocato con provata esperienza in materia di risarcimento danni, in modo da avere una valutazione preliminare della propria posizione e capire se e come proseguire con una causa. 

A volte, può rivelarsi più produttivo cercare un’intesa diretta con la controparte (sempre tramite avvocato, in modo da assicurarsi la tutela dei propri interessi). È anche possibile valutare la possibilità di rivolgersi ad organi di risoluzione stragiudiziale, che consentono un iter molto più agile e breve.

Riferimenti principali del Codice Civile in materia di risarcimento danni

Per chi si è appassionato del tema (c’è qualcuno??) ecco alcuni riferimenti che possono essere utili per approfondire, direttamente dal Codice Civile italiano.

– Art. 2043 – Risarcimento per fatto illecito: “Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.” Rappresenta il fondamento generale della responsabilità civile, richiedendo la dimostrazione di un danno ingiusto e di un nesso causale.

– Art. 2054 – Responsabilità per circolazione dei veicoli: Regola i casi di danni derivanti da incidenti stradali, stabilendo una presunzione di colpa per il conducente, salvo prova contraria.

– Art. 1223 – Determinazione del risarcimento: Stabilisce che il risarcimento deve comprendere sia il danno emergente (la perdita effettiva) sia il mancato guadagno.

– Art. 2059 – Danno non patrimoniale: Prevede la risarcibilità del danno non patrimoniale nei casi previsti dalla legge, come il danno morale o biologico.

– Art. 1218 – Responsabilità contrattuale: Disciplina il risarcimento in caso di inadempimento contrattuale.

Speriamo di avervi aiutato a chiarire le idee in materia di risarcimento danni e responsabilità civile! 

Volete sottoporci il vostro caso? Contattateci con fiducia: insieme valuteremo la vostra posizione e le eventuali azioni da intraprendere.