È scattata la corsa alla rottamazione bis delle cartelle esattoriali, ovvero la possibilità di dilazionare il pagamento delle somme dovute allo Stato evitando di dover versare le eventuali sanzioni o more. Nelle ultime settimane, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, il numero delle adesioni sta continuando a crescere, con un incremento pari al 20% rispetto al 2017.
Il termine ultimo per presentare l’istanza di adesione al piano di rateizzazione scade improrogabilmente il prossimo 15 maggio 2018 e riguarda i carichi pendenti notificati fino al 30 settembre 2017 o a quelli notificati in precedenza per i quali non si è richiesta l’adesione alla precedente sanatoria.
La decisione di aderire alla rottamazione bis presenta indubbiamente molti vantaggi, fra cui la possibilità di rateizzare fino ad un massimo di 5 rate le somme dovute senza dover pagare sanzioni e more.
Attenzione, però, perché accanto ai vantaggi, quest’opportunità presenta anche qualche insidia, poiché implica la rinuncia totale a qualsiasi contenzioso già in essere o per il futuro.
Una volta entrata nel calderone della rottamazione, infatti, una cartella esattoriale non è più impugnabile: il contribuente, una volta accettato il piano di dilazione, sarà costretto a versare tutte le rate previste. La “febbre da rottamazione”, spesso alimentata da tv e giornali, spinge i contribuenti ad aderire senza valutare attentamente ogni aspetto della situazione: in alcuni casi, aderire alla rottamazione-bis può addirittura rivelarsi controproducente!
Un esempio concreto? Molti quotidiani descrivono i benefici della rottamazione bis soprattutto per chi ha carichi pendenti notificati da molto tempo, quindi con interessi di mora e sanzioni molto alti. Aderendo alla sanatoria, queste somme in più verrebbero stralciate dal computo del dovuto allo Stato: una prospettiva allettante, all’apparenza. Peccato che molte cartelle esattoriali, notificate anni addietro, potrebbero essere prossime alla prescrizione; oppure, potrebbero contenere errori procedurali tali da renderle invalide; in buona sostanza, potrebbero essere nulle o presentare un conto molto più alto di quello realmente dovuto.
Per questo, prima di aderire alla rottamazione bis è opportuno contattare un consulente tributario che sia in grado di analizzare e valutare la nostra situazione confermando eventualmente che l’adesione sia davvero la soluzione da preferire.
Aderire alla rottamazione significa rinunciare a qualsiasi contenzioso presente o futuro in merito ad una cartella esattoriale: se in seguito all’adesione si dovesse scoprire che la cartella è illegittima o contiene irregolarità che consentirebbero di impugnarla, il ricorso non sarà più un’alternativa possibile.
Una considerazione aggiuntiva: prima di aderire alla sanatoria per le cartelle esattoriali è bene tenere presente anche la propria disponibilità economica per saldare le rate previste. Le cartelle rottamate dovranno essere saldate secondo il piano di dilazione in un massimo di 5 rate, pena la decadenza immediata e il ripristino della situazione tributaria precedente. In caso di mancato pagamento di una rata, o di un ritardo anche di un solo giorno, il contribuente si ritroverà a dover ricominciare tutto daccapo con una nuova cartella esattoriale a cui far fronte. Un ciclo infinito che rischia di complicare la situazione, anziché aiutarci a risolverla.
Se stai riflettendo sulla possibilità di aderire o meno alla rottamazione bis, contattaci: saremo lieti di approfondire l’argomento e aiutarti a risolvere i tuoi dubbi.