Incidente con i cinghiali

Risarcimento danni causati da animali: come comportarsi

Non sono rari i casi di automobilisti o motociclisti che si vedono costretti a brusche frenate per evitare la collisione con animali selvatici sbucati all’improvviso dal bordo strada.

Ma quando nonostante la frenata la collisione è inevitabile e si è vittime di un incidente con conseguenti danni a persone e cose, cosa dice la giurisprudenza?

Oppure, come accaduto di recente a Cesano Maderno nel Monzese, la fuga da un’oasi protetta di due cervi che hanno provocato un pericoloso incidente a due motociclisti, dei quali l’uno è stato ricoverato con un femore rotto, mentre l’altro aveva riportato importanti ferite, chi si considera responsabile?

È capitato in diverse occasioni anche a noi di Morbinati & Longo di ricevere richieste di assistenza da parte di clienti che hanno subìto danni causati da animali. Molto più di frequente sono animali domestici, come il morso di un cane, più raramente animali selvatici.

In passato abbiamo assistito un cliente, per esempio, che aveva investito un cinghiale uscito dalla tenuta presidenziale di Castel Porziano. L’auto ne è uscita quasi distrutta è il cinghiale non è sopravvissuto.

Dal canto nostro abbiamo combattuto una lunga battaglia in tribunale per stabilire chi fosse responsabile fra l’Anas, proprietaria della strada e la Regione Lazio, avente diritto sulla fauna selvatica. In quel caso il tribunale condannò la Regione Lazio a cui toccò il risarcimento danni.

Esiste un articolo specifico del Codice civile, il 2052, che regola l’eventuale richiesta di risarcimento danni provocati da animali in possesso di qualcuno, anche qualora gli animali siano fuggiti, smarriti o momentaneamente privi di sorveglianza.

A differenza di quanto avviene con gli animali domestici o comunque gli animali che hanno un proprietario (come il cagnolino di casa).

O ancora animali che sono “in uso” per un determinato periodo (pensiamo ad un cavallo durante le ore di equitazione), la fauna selvatica, invece, non rientra nell’articolo 2052 del Codice civile.

Poniamo il caso che un cagnolino fugga alla sorveglianza del padrone e morda un passante o ancora entri in un giardino provocando danni alle coltivazioni.

In questi casi, secondo la giurisprudenza, esiste un soggetto responsabile. Quindi l’azione legale per la richiesta di risarcimento danni si muoverà in tal senso.

Nel caso di animali selvatici la situazione è un po’ più complicata, poiché non essendoci un proprietario il danno cagionato ai veicoli in circolazione o alle colture non è risarcibile secondo il sopracitato articolo.

In Lombardia, per esempio, dove nelle vicinanze delle zone boschive non è raro incappare in famigliole di cinghiali a passeggio esiste da qualche anno una misura ad hoc studiata per assicurare il risarcimento a quanti hanno subito un incidente con fauna selvatica (ad esclusione di cani randagi).

In altre regioni occorre individuare la prova di un comportamento colposo da ascrivere ad un ente pubblico, per esempio il Comune o la Regione, cosa non sempre facile. La presenza di una recinzione è obbligatoria per tutte le strade? E per le zone boschive?

Nel caso sopracitato solo dopo un lungo iter giudiziario riuscimmo a dimostrare che la responsabilità era della Regione, responsabile della fauna selvatica, ma il processo fu lungo e necessitò di una attenta preparazione.

Data la difficoltà della materia e la complessità delle norme che entrano in gioco, l’assistenza di uno studio legale esperto in risarcimento danni è fondamentale per impostare la causa in maniera impeccabile.

Contattate Morbinati & Longo Spa, i nostri legali sono esperti di risarcimento danni, anche causati da animali, e sapranno garantirvi la migliore assistenza fin dalle fasi iniziali del procedimento.